Ci preoccupiamo, a ragione, se le aule frequentate dai nostri figli siano o meno a norma di sicurezza, ma ci chiediamo mai se queste aule siano o meno a misura di bambino? Forse qualcuno potrebbe obiettare che chi vuole imparare impara comunque o rispondere con un proverbio che “L’abito non fa il monaco”. Fermiamoci un momento a riflettere per capire cosa dovrebbe avere una classe per essere definita tale.
L’ambiente di apprendimento non è solo fisico
Quando si parla di classe facendo riferimento all’aula in cui i nostri figli o studenti imparano, bisogna ricordarsi di sottolineare che l’ambiente di apprendimento nel suo complesso non è solo fisico, ma c’è anche un ambiente più propriamente didattico e un ambiente relazionale.
Concentriamoci sui primi due partendo con una fotografia di quello che attualmente troviamo nella maggioranza delle scuole.
La situazione più diffusa
Le aule in dotazione sono spesso piccole, troppo piccole per ospitare una classe composta da circa 20/ 25 alunni; banchi, sedie e altro arredamento non sono certo scelti né per la loro praticità né per la loro particolare bellezza. I banchi risultano o troppo grandi, per i bimbi più piccoli, o troppo piccoli, per gli adolescenti, e spesso non funzionali ad accogliere il materiale utilizzato per le lezioni o semplicemente lo zaino. Gli armadi a muro sono in metallo o altro materiale grigiastro e non seguono nessun gusto estetico. Altro è raro che possa entrare in classe o per questioni di sicurezza o perché lo spazio è limitato.
Pensate di passare dalle 5 alle 8 ore in un ambiente così, mettendoci anche i muri dipinti di bianco e magari sovraccaricati di materiale disposto alla rinfusa e chiedetevi se motivazione e interesse possano essere stimolati. Ricordando anche che il materiale didattico a disposizione è una cattedra disposta frontalmente, una lavagna, al più multimediale e null’altro.
Piccoli cambiamenti, grandi risultati
Non facendo grandi sconvolgimenti pensiamo invece di avere a disposizione un ambiente dove sia possibile arieggiare con regolarità (sì, in certe scuole è vietato anche aprire le finestre per questioni di sicurezza!!!!), dove i banchi siano magari circolari per potersi guardare in faccia e discutere, disposti a gruppi oppure singoli per permettere una scelta.
Un angolo più comodo con un divano, non per oziare, ma per poter leggere un libro nella situazione che ci permette di essere più a nostro agio. Una libreria a muro dove avere a disposizione non un solo libro, ma vari libri sia di narrativa che legati alle specifiche materie. Un angolo dove accudire le piante, dove sentirsi più a casa.
Una cattedra decentrata o addirittura eliminata, non per creare l’anarchia, ma per permettere lo sviluppo di quell’autonomia che tanto ci lamentiamo manchi oggi ai nostri allievi. Il docente avrebbe il compito ben più importante di preparare l’ambiente per permettere ai suoi speciali ospiti di fruirne con piacere. Potrebbe osservare da un angolo privilegiato cosa accade, intervenire con aiuti mirati, predisporre materiale in modo ordinato e facilmente reperibile perché lo studente possa svolgere un lavoro autonomo, un autoeducazione.
L’essere umano è portato spontaneamente ad apprendere. Un ambiente bello, ordinato, che lascia libertà di azione, nelle nostre case come nelle nostre scuole, non potrebbe fare altro che migliorare il benessere dei nostri studenti. E quando si sta bene, tutto è più facile.
E quando l’ambiente è così, ma l’interesse non c’è o meglio…è limitato a un “guardo ma non ripeto” per far mio ciò che vedo?Spesso noto che l’attenzione dei bimbi è molto limitata e non amano ripetere l’attività…non perchè ormai l’hanno imparata, ma per altri motivi. In questi casi, come ci si comporta?
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Penso che non si possa generalizzare, bisognerebbe osservare il caso specifico. Per ora mi limito a parafrasere delle parole della Montessori che afferma che quando la concentrazione non è ancora apparsa, l’insegnante deve essere come la fiamma il cui calore vivifica e attiva. L’insegnante deve affascinare i bambini, interessarli con proposte di vario genere, divertirli. Mentre quando un bambino è concentrato sul suo lavoro, non si deve intervenire mai.
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