Mai come in questi mesi in cui ho tenuto dei laboratori di storia dell’arte per homeschooler ho potuto toccare con mano l’amore dei bambini per la conoscenza e la loro capacità di attenzione e coinvolgimento. I bambini hanno sete di apprendere, sono naturalmente predisposti per conoscere cose nuove e non c’è difficoltà e complicazione che li ostacoli.
Semplificare non aiuta
Spesso pensiamo che proporre loro argomenti troppo complessi sia il vero motivo dello scarso impegno, che siano molto più interessati a cose semplici e immediate. Pensare questo è un grosso errore. Me ne rendo conto vedendo crescere mia figlia e ascoltando la sua capacità di ampliare il lessico: alle volte mi preoccupo di semplificare delle spiegazioni o delle letture, ma è inutile, quando devi imparare da zero non ci sono conoscenze più complesse delle altre. Soprattutto se c’è una grande motivazione.
Quello che conta è stimolare la mente assorbente, è letteralmente una spugna, con nuove esperienze interessanti. Dare qualcosa di vero, anche se complesso, per far si che la conquista conoscitiva sia ancor più stimolante e gratificante e permetta al bambino stesso di misurare i progressi fatti. Cerchiamo di usare un lessico il più specifico e preciso, scendendo nei dettagli della presentazione e della spiegazione. Non semplifichiamo, non adattiamo le parole: loro ci sorprenderanno!
L’arte questa sconosciuta
A cadenza quindicinale aiuto a organizzare dei laboratori per homeschooler, mi sono offerta di tenere delle lezioni di storia dell’arte e pittura. Il mio scopo era vedere quanto i ragazzi si appassionino alla vita di artisti contemporanei, non dare solo loro la possibilità di esprimersi attraverso la pittura, ma anche quella di conoscere chi l’arte la costruita e ha fatto la storia. I risultati di questo esperimento sono stati straordinari, almeno ai miei occhi.
Il gruppo di bambini e ragazzi a cui mi sono rivolta era molto eterogeneo, si andava da bambini di due-tre anni a ragazzi di sedici, perciò avrei dovuto equilibrare le spiegazioni per un pubblico di esigenze differenti. Ho pensato di strutturare i laboratori con interventi teorici limitati, di un massimo di dieci-quindici minuti per poi lasciare spazio alle domande e all’attività pratica. Mai avrei pensato di osservare silenzio e attenzione parlando di argomenti come astrattismo, action painting e scuola americana.
Questo atteggiamento mi ha fatto comprendere quanto amore c’è da parte dei bambini verso la conoscenza e come sia facile ottenere quel tanto agognato e sospirato interesse che noi docenti spesso non vediamo nei nostri alunni. Ci disperiamo, ci arrabbiamo e alla fine concludiamo che è impossibile, che è una missione persa. Forse semplicemente lo facciamo con strumenti inadeguati e con metodi e finalità non corrette.
I Laboratori di homeschooling
Cosa ha funzionato veramente quel giorno? Rispetto a una situazione in classe le differenze erano molte. L’ambiente era destrutturato: nessuno sedeva in cattedra o in banchi, eravamo disposti in cerchio e ci guardavamo negli occhi. La classe era formata da adulti, ragazzi e bambini, le età erano molto eterogenee. Io che spiegavo non mi sono attenuta a programmi disciplinari preinposti, ma ho parlato di un argomento che amo profondamente e, con molta probabilità, questa passione è passata al mio pubblico.
L’argomento è stato compreso in profondità dai ragazzi perché alla prova pratica i risultati sono stati sorprendenti e significativi.
Trascorsi i quindici minuti relativi alla spiegazione, abbiamo steso dei cartelloni di varie dimensioni in giardino e, ognuno con il suo recipiente di colore, con vari strumenti quali pennello, forchette e bastoni, danzando come Pollock ed entrando nel quadro steso a terra abbiamo cominciato la nostra azione del dipingere, abbiamo realizzato i nostri dripping degni del grande artista americano.
L’importanza sta nei dettagli
I problemi della scuola oggi sono complessi e vari, ma forse qualcosa potrebbe essere migliorato creando degli ambienti maggiormente duttili e a misura di studente, formando classi aperte e diversificate per età, dando ai nostri giovani ascoltatori argomenti interessanti, reali, concreti, mettendo in evidenza questo rimando al mondo reale. E soprattutto insegnanti innamorati delle proprie discipline, convinti di essere al posto giusto e letteralmente appassionati delle parole che proferiscono.