Nessuno mette in dubbio i benefici dello stare in mezzo alla natura, primo tra tutti la possibilità di scaricare stress e tensioni, di respirare aria pulita e ossigenarsi dando nuova vitalità al corpo. Ma poter osservare dall’esterno, con occhi di mamma e insegnante, questo effetto sui bambini è davvero sorprendente. I benefici di una scuola in natura sono sorprendenti, quasi miracolosi.
Necessità insita nell’essere umano
Noi tutti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno di muoverci, ancora di più quando siamo in fase di sviluppo: piccolissimi quando vogliamo esplorare e attraverso l’esplorazione apprendiamo e conosciamo il mondo circostante; quando cominciamo a camminare, per rafforzare la nostra muscolatura e il nostro scheletro, muoverci e stare all’aperto apportano ossigeno e aiutano a sviluppare un’ossatura forte. Nella fase adolescenziale poi siamo potenzialità pura, diventiamo “uomini sociali” e, di conseguenza, abbiamo una grande necessità di movimento.
Da queste riflessioni possiamo comprendere quanto sia difficile e innaturale costringere e ottenere di “rinchiudere” in uno spazio chiuso un essere umano, soprattutto se in formazione. Ma se ci pensiamo un po’ è quello che facciamo a scuola costringendo i bambini e i ragazzi a stare seduti per 5-8 ore, dando a tutti delle regole senza conoscere le singole personalità e le conseguenti esigenze. Comprimiamo dentro spazi asfittici e angusti adolescenti in piena frenesia e crescita, con un esplosiva voglia di creare, muoversi, fare, relazionare.
Le necessità negate generano problemi
L’incapacità di ascoltare le esigenze dei singoli periodi evolutivi porta alla formazione di problematiche che apparentemente possono sembrare banali, ma che in realtà sono le problematiche quotidiane e di difficile gestione che incontriamo ogni giorno sui banchi di scuola: iperattivismo, scarsa capacità di attenzione, svogliatezza, incapacità di sottostare a regole e ribellione.
Me ne sono resa conto facendo esperienza diretta con mia figlia, che a tre anni ha appena iniziato la scuola materna. Per lei ho scelto una scuola in natura, dove i bambini possono trascorrere molto tempo all’aperto. In nemmeno un mese dall’inizio ho visto completamente trasformare i suoi comportamenti, che potrei sintetizzare in una sola parola: liberare l’energia in eccesso e riequilibrare il suo stato psicofisico. E questo è quello che ho potuto osservare anche negli altri bambini suoi compagni; vederli giocare in natura trasmette un profondo senso di armonia.
Quello che respiro in classe invece è un perenne stato di sofferenza e voglia di ribellione e lo studio di ogni piccolo stratagemma per potere evadere da tutto quello che viene vissuto come limitante. Una sofferenza non solo del ragazzo, ma anche dell’adulto che fatica sempre di più a trovare le strategie per creare un buon clima di classe, nel rispetto delle regole e dello stare assieme, per non parlare di problemi più cognitivi come le difficoltà di attenzione.