Spesso succede che quando un’insegnante si lamenta per la stanchezza e il troppo lavoro venga letteralmente scrutato con due occhi grandi così dentro i quali si legge riflesso “Ma come se lavori solo diciotto ore a settimana?!!?”. Ma nella realtà quanti sanno come vive un insegnante al giorno d’oggi, come trascorre le sue giornate e quale sia il suo carico effettivo di lavoro.
Vorrei provare qui a descrivere una giornata tipo di un insegnante qualsiasi basandomi sulla mia esperienza, senza inserire commenti o sfumature di qualsivoglia tipo, ma semplicemente descrivendo con occhio fotografico come si svolgevano le mie settimane.
Pronti via, ma da dove partiamo?
Perché non cominciare sfogliando l’agenda dello scorso anno, saltando da un mese all’altro, da settima a settimana, portando a galla i ricordi e i fatti che riempivano quelle giornate.
Gennaio, mese impegnativo per chi insegna. Il 31 si chiude generalmente il quadrimestre e per quella giornata è necessario presentare alcuni documenti importanti quali le valutazioni e i giudizi di metà anno che finiranno sulle pagelle. È un mese in cui si devono tirare le somme, concludere i progetti e verificare se quello che è stato fatto è stato assimilato.
Lunedì. Mattinata libera, si inizia la giornata con più calma, ma se voglio avvantaggiarmi la settimana e tenermi la serata libera devo rivedere le lezioni di martedì, probabilmente la dedicherò al ripasso di storia per il compito del giorno successivo e devo prepararmi alle possibili domande su argomenti poco chiari. In tarda mattinata dovrò anche incontrare alcuni genitori durante la mia ora di ricevimento perciò voglio avere chiara la situazione di questi alunni per poter dare loro dei consigli per affrontare questi ultimi quindici giorni del quadrimestre. E poi il compito di mercoledì, storia è sempre una materia dove ci sono più alunni in difficoltà, soprattutto in prima quando il metodo di studio è ancora da far proprio.
Il pomeriggio ho due ore di lezione e di solito e lezioni pomeridiane sono sempre piuttosto impegnative. Bisogna lottare contro stanchezza, mancanza di concentrazione e l’inizio settimana con nuove abitudine. Per me che insegno italiano, storia e geografia queste ore sono abbastanza complesse perché un ragazzino alle tre del pomeriggio difficilmente segue con entusiasmo argomenti legati alla studio della lingua o a fatti e avvenimenti del passato. Solitamente dedico queste ore alla lettura, magari anche di testi epici, al racconto orale e alla scrittura creativa.
Martedì. Abbastanza tranquilla, due ore di lezione dove ci si concentra sul ripasso in vista della verifica e su esercizi di grammatica. Le prime ore della mattina sono sempre tranquille e piacevoli, scorrono veloci e sono spesso fruttuose.
Il pomeriggio a casa mi occuperò di rivedere la verifica e preparare le copie necessarie per il giorno seguente. Dovrei farlo per tempo perché lavorando in una scuola grande non è possibile chiedere fotocopie per lo stesso giorno perciò spesso mi tocca andare in copisteria e fotocopiarmele da me. Se poi devo fare delle copie su un materiale a uso didattico, ma non strettamente legato alla verifica è sicuro che devo farlo da me, a scuola non c’è abbastanza budget per coprire le spese di copisteria.
Devo anche cominciare a leggere i temi che ho dato per casa, a correggerli e scrivere dei commenti perché vorrei consegnarli entro la settimana in modo che i ragazzi possano rifletterci su per il compito della settimana prossima, che sarà l’ultimo del quadrimestre perciò tutti dovranno avere la possibilità di migliorarsi. Avendo 25 alunni mi ci vogliono più pomeriggi per farlo.
Proprio perché siamo a fine quadrimestre devo anche dare un occhio alle medie e alle varie situazioni dei singoli alunni per poter lavorare in modo personalizzato e aiutare il recupero e il potenziamento di ognuno.
Mercoledì. Due ore di lezione di cui una di compito. Oggi non ho molto lavora da fare in classe, anche se durante il compito devo sempre essere a disposizione degli alunni e, essendo questa una classe piuttosto problematica dal punto di vista comportamentale, molto attenta su quello che succede. Non è scontato che perché c’è un compito in classe in aula regni il silenzio e l’attenzione. C’è chi ha difficoltà a concentrarsi, chi si scoraggia alla prima lettura, chi cerca di concentrarsi ma ha bisogno del suo tempo. Sono in prima e devono ancora trovare la loro strada.
Il pomeriggio vorrei almeno dare un’occhiata ai compiti, per capire com’è l’andamento generale, ma dovrei anche rivedere le lezioni del giovedì. È l’ultimo giorno della settimana per me che faccio par-time e ho nove ore a settimana su una classe sola, ma è anche il giorno più impegnativo perché ho tre ore attaccate e le ultime della giornata. Devo concludere alcuni argomenti di geografia, ascoltare le ultime esposizioni e preparare l’attività sule carte geografiche.
Il fine settimana
Per questo fine settimana ho da finire di correggere alcuni temi, le verifiche di storia e incontrarmi con una mia collega per portare avanti il progetto di Life Skills da presentare in classe tra due settimane. Visto che si tratta del weekend dovrei anche cercare di riposare, ma soprattutto leggere, guardare, scoprire qualcosa di nuovo che mi possa dare degli stimoli da portare in classe. Direi che quest’ultima attività è vitale per un insegnante perché altrimenti le lezioni si riducono essenzialmente alla sterile attività con i libri di testo.
Extra e punto di vista personale
Questa è una settimana tipo, normalissima, di lavoro di un insegnante statale dove non sono contemplate riunioni di classe e d’istituto, corsi di aggiornamento e ricevimenti extra. Perciò direi che anche ad una prima lettura si possa capire che le diciotto ore alla fine sono un’utopia.
Io personalmente ho sempre dato la colpa alla mia scarsa capacità di organizzazione e comunque sono una grande sostenitrice nell’aumentare le ore di lavoro a scuola. Che sollievo non dover portare a casa tutto quel lavoro e poterlo svolgere lì, tranquilli. Se non altro ne gioverebbe l’ordine del mio salotto, sempre invaso da scartoffie e libri scolastici.
E soprattutto non verrei più scrutato con due occhi grandi così dentro i quali si legge riflesso “Ma come se lavori solo diciotto ore a settimana?!!? …. E ti lamenti anche!”.