La semplicità con cui i bambini raggiungono la felicità è disarmante e ricca di insegnamenti. Me ne sono resa conto in questi giorni di primavera soleggiata in cui le uscite in natura ricominciano ad essere frequenti e lunghe e spesso in compagnia di amici.
Alcuni giorni fa avevo invitato da me un’amica con i suoi bambini e assieme abbiamo deciso di fare un pic nic in un luogo non molto lontano da casa. Il nostro programma prevedeva una passeggiata senza impegno e la raccolta di erbe spontanee commestibili, di cui i nostri prati sono molto ricchi in questi tempi. Attività che avrebbe coinvolto anche i più piccoli, offrendo loro l’opportunità di sentirsi utili e di apprendere qualcosa di nuovo.
Non lontano dal sentiero su cui passeggiavamo abbiamo trovato un praticello appena tagliato che ospitava dei meli in fiore: l’ideale per stendere la nostra coperta, goderci il sole, ma anche l’ombra ristoratrice degli alberi. Subito ci siamo fatti prendere dalla gola e abbiamo tirato fuori dai nostri cestini vivande e prelibatezze naturali per un piccolo spuntino, o almeno così pensavamo …
Concentrarsi giocando
Mentre parlavamo e mangiavamo, senza nemmeno accorgercene i bambini hanno scovato un posticino tutto loro per giocare, concentrati nel loro mondo parallelo. Quando me ne sono resa conto, mi sono messa a ridere tra me e me e ho condiviso le mie riflessioni con la mia amica. Quanto poco basta ai bambini per stare bene ed essere felici. Un prato, un cielo sereno e un pendio su cui rotolare sporcandosi di terra e erba, ignorando la preoccupazione di noi adulti. La felicità dei bambini fa sempre rima con semplicità.
Ho fatto una prova è ho richiamato l’attenzione dei bambini per andare a svolgere la nostra attività, di cui precedentemente avevamo loro parlato, ma non c’è stata la minima risposta. Hanno continuato imperterriti a giocare, ridere, rotolarsi, divertendosi con semplicità nel loro mondo parallelo. Niente poteva disturbarli o distrarli perché erano immersi letteralmente nella sperimentazione e scoperta di un mondo nuovo. Stavano scoprendo come si può rotolare da un piano inclinato e soprattutto come sia divertente farlo su un terreno morbido e soffice.
Il bambino è maestro dell’uomo
Ancora una volta sono i bambini a insegnarci qualcosa, quanto sia importante lasciarli fare, intervenire il meno possibile perché loro sanno quello di cui hanno bisogno. Una volta di più ho potuto capire quanto sia importante lasciare agire l’istinto, permettere alle forze naturali di agire e mettere a tacere la ragione. L’insegnate, ma preferirei chiamarlo educatore, comprendendo anche i genitori in questa categoria, non deve far altro che osservare e farsi da parte quando è necessario.
Formarsi e dotarsi di un bagaglio esperienziale per portare ai bambini quante più conoscenze possibili è fondamentale, ma non è sempre indispensabile se manca la sensibilità di accostarsi a loro. Se manca la capacità di cogliere le loro reali esigenze e di mettersi da parte. Non è tanto la quantità di ciò che portiamo, ma quel poco che viene loro dato è fondamentale sia di ottima qualità.
Educare in natura è una filosofia di vita
Educare in natura sembra diventato un nuovo mantra, una panacea dei mali della scuola. Ma l’uomo è fatto per stare in natura, è il suo habitat spontaneo, perciò non c’è da meravigliarsi se i bambini immersi nel verde si “normalizzano”, per usare un termine montessoriano, facendo scomparire iperattività, conflittualità, incapacità alla concentrazione e all’impegno.
Per educare in natura serve spontaneità, quella dei bambini, per creare quella confidenza della quotidianità, servono la vicinanza di persone care e soprattutto serve non dimenticare le nostre origini, le nostre tradizioni, la cultura. Non è l’artificiosità di qualcosa di imposto dall’esterno, ma semplicemente un modo di vivere e sentire che è dentro di noi. Per questo basta ascoltarsi e dar voce al proprio essere, non servono corsi di aggiornamento o lezioni speciali e così i bambini torneranno ad essere bambini felici!