Metodo Montessori: come applicarlo all’adolescente

Molte sono le scuole primarie a indirizzo Montessori presenti sul nostro territorio e ultimamente si fa un gran parlare del metodo che offre una differente visione dell’infanzia, poco si sa dell’adolescente Montessori poiché gli scritti a riguardo sono pochissimi e ancor più rare le sperimentazioni sul campo. Con questo articolo andremo a capire meglio il pensiero montessoriano sull’adolescente, i suoi studi, le sue ricerche e le sue affermazioni.

Adolescente come neonato sociale

Per Montessori l’adolescente è un uomo sociale, che non esiste ancora, ma che è già nato.

La trasformazione è considerevole. Si è chiamata quest’epoca rinascita: si nasce davvero per la seconda volta. L’individuo ridiventa un neonato sociale.”

Montessori, Dall’infanzia all’adolescenza

È in questo periodo infatti che l’uomo rivolge le sue attenzioni maggiori alla costruzione di reti sociali, a esprimere se stesso nel gruppo e per il gruppo; il lavoro non è più finalizzato alla scoperta personale, a dissetare la sete di conoscenza del bambino, ma ci si rivolge all’esterno, al di fuori della famiglia, si esplora il mondo della comunità. Questa affermazione è centrale e di vitale importanza nello strutturare un modello educativo rivolto a questa fascia di età, che non può quindi essere autoreferenziale. La Montessori infatti non propone l’uso dei materiali da utilizzare individualmente come per i bambini della fascia 6-11; ma afferma che il lavoro svolto deve coinvolgere il gruppo e deve essere “vero e significativo”.

L’adolescenza come trasformazione interna ed esterna

Se la trasformazione interna è il perno di questa fascia di età, una vera e propria rivoluzione che fa di questo periodo un periodo decisivo e delicato, l’adolescenza è infatti l’età dei dubbi, delle esitazioni, delle emozioni violente e dello scoraggiamento; è questo anche un delicatissimo periodo per le trasformazioni esterne. Il corpo muta e anche in modo piuttosto radicale, mettendo le basi per l’uomo di domani. È per questo che la Montessori consiglia la realizzazione di scuole in campagna, in luoghi tranquilli, in mezzo alla natura, dove l’adolescente possa condurre una vita all’aria aperta, con un’alimentazione sana e cure individuali.

La scuola come occasione di esperienza sociale e lavoro vero e significativo

La creazione di scuole in natura non vuole celebrare il valore della vita in natura in sé stessa, ma il valore più alto è dato dal lavoro in generale, con il senso sociale conferito dalla produzione e dal guadagno. Non si tratta solamente di contemplare o di osservare la natura da un punto di vista filosofico o scientifico, ma di cogliere l’aspetto fondamentale che ne fa la base di molte esperienze sociali che conducono allo studio della civiltà e della vita umana. Lavorare con la terra porta contemporaneamente a lavorare sulla natura, da un punto di vista scientifico, e sulla civiltà, da un punto di vista storico.

La scuola, organizzata come un college residenziale, diverrebbe l’occasione per compiere quell’esperienza sociale che è il fulcro di questo “periodo sensitivo”; inoltre il lavoro che vede occupato l’adolescente non risulterebbe astratto e calato dall’alto, ma pratico, concreto, vero. Un lavoro che lo porta a realizzare beni e servizi che necessariamente vengono scambiati con la comunità e che lo stimolano anche nella gestione pratica di spazi e denaro. In questo l’adolescente è chiamato spontaneamente a relazionarsi con regole e libertà individuali.

Ancora una volta il metodo Montessori ci pone davanti, con una disarmante semplicità e un accurata e precisa analisi scientifica, soluzioni reali, concrete e creative.

Fonte: Maria Montessori, Dall’infanzia all’adolescenza, FrancoAngeli Ed.

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