Ho iniziato a usare i giochi di parole come strumento di insegnamento da pochissimo, ma l’entusiasmo che ha generato e genera nei miei allievi mi spinge a farne uno strumento regolarmente presente nella mia didattica. Apprendere divertendosi dovrebbe essere la costante perché la conoscenza è entusiasmo e solo così le informazioni che studiamo si consolidano in noi e diventano strumento utile per la crescita.
Per insegnare bisogna emozionare, molti pensano che se ti diverti non impari.
M. Montessori
Non è la fatica e il sacrificio che rendono apprezzabile lo studio o il lavoro ed è importante che i nostri bambini e ragazzi lo imparino subito: per realizzare un buon lavoro, sia a scuola che in altri ambiti, è necessario divertirsi. È nell’entusiasmo e nel divertimento che si genera l’energia giusta e che ognuno di noi è messo nelle possibilità di dare il meglio di se, di esprimere i propri talenti e di scoprire le proprie risorse.
I giochi una spia del livello lessicale
Proporre queste attività ai miei alunni è stato un po’ un esperimento, ora posso dire molto ben riuscito poiché ho potuto, attraverso i giochi di parole, non solo avere una chiara visione della situazione generale della classe, della preparazione dei singoli alunni, di dove ognuno è più carente e deve migliorare, ma delle eccellenze. C’è chi si è letteralmente appassionato nella ricerca di parole strane, chi ha trovato la sua vocazione poetica, chi ha compreso che dovrebbe “lavorare” di più per accrescere il proprio bagaglio lessicale.
Giochi semplici e personalizzabili
I giochi che ho proposto sono veramente molto semplici e personalizzabili a piacere, adatti per ogni fascia d’età e ogni situazione. Possono essere inseriti nella didattica, opportunamente calibrati per l’obiettivo da raggiungere, oppure utilizzati come svago creativo e formativo, anche dagli adulti. Un ottimo strumento da utilizzare attraverso la didattica a distanza (dad) o durante i pomeriggi in famiglia. Ecco quelli che ho utilizzato io.
Quattro proposte divertentissime
Nomi cose città – super classico, questo gioco può essere personalizzato in vario modo. Si può partire dal tradizionale nome/ mestiere/ frutto/ animale/ oggetto per poi adattarlo alla disciplina di insegnamento e andare a lavorare sul lessico specifico. In storia si può contestualizzare all’argomento svolto andando a lavorare su macroaree tematiche: politica, economia, cultura, religione; in geografia può essere utilizzato per ricordare gli aspetti di una regione richiedendo nomi di stati/ bandiere/ città/ monti/ pianure/ fiumi /mari; in grammatica lavorando sulle parti del discorso nomi propri/ comuni/ aggettivi/ verbi.
I punti si assegnano premiando l’originalità: 20 punti se la parola scritta non è stata replicata da altri e se altri non hanno scritto nulla per la stessa categoria, 10 punti se la parola scritta è non è stata replicata da altri, ma qualcuno ha scritto per la stessa categoria; 5 punti se la parola scritta coincide con quella scritta da altri per la stessa categoria.
L’impiccato – un altro classico in cui verrà premiata l’originalità e la lunghezza della parola. In questo caso è ottimo giocare scegliendo delle aree tematiche (italiano, inglese, storia, geografia, scienze, arte, educazione fisica). Si possono creare delle varianti con rompicapi o attività, sempre linguistiche, da sottoporre all’impiccato: ad esempio ci si potrebbe salvare dando la definizione esatta della parola non indovinata o esponendo un aggancio o una contestualizzazione della stessa.
Una parola tira l’altra – questo gioco allena la creatività e aiuta a riflettere sulla correttezza grammaticale e la divisione in sillabe. Il primo partecipante dice una parola, ad esempio CA-NE, il secondo segue inventandone un’altra con la sillaba finale della precedente, in questo caso potrebbe essere NE-VE. Il gioco può presentare vari gradi di difficoltà e può essere utilizzato con i bambini per apprendere la divisione in sillabe o con i ragazzi per creare insiemi tematici di parole.
Parole in rima – partendo da una parola iniziale si devono creare piccole poesie, anche non sense, con rime baciate o alternate. I miei alunni si sono letteralmente appassionati e ne sono nate delle piccole poesie cariche di energia ed entusiasmo, molto divertenti e con citazioni di grandi autori, pensieri, concetti studiati a lezione. Un esempio? Caronte/ era su un monte/ sotto c’era un ponte/ era la tana di un rinoceronte.