È inutile, da qui non si scappa. A fine anno le riflessioni e i buoni propositi sono quasi d’obbligo e mentre stavo raccogliendo il materiale per il mio nuovo articolo, non ho potuto resistere e mi è venuta una irrefrenabile voglia di scrivere una riflessione su questo anno oramai alla fine, con le malinconie che porta sempre una fine, e dar spazio all’entusiasmo del nuovo.
Per me si sta per concludere un anno molto impegnativo, di svolta di cambiamenti, iniziati oramai due anni fa, che mi hanno impegnata parecchio e alle volte portata allo sfinimento, ma che ringrazio di cuore di aver vissuto, come tutta la mia vita, perché mi hanno indirizzano verso la mia essenza. Sono stati due anni di travagli interiori, di discussioni, di scandagliare pezzo per pezzo la mia vita per capire dove stava l’insoddisfazione. Due anni che mi hanno portata dritta dritta al centro del mio cuore. Per riuscire ora a guardarmi e riconoscermi, sentirmi me stessa e vedermi in cammino verso la mia meta.
Sono stati anni duri, in cui non riuscivo a capire cosa c’era che non andava, la mia vita l’avevo costruita io, pezzo per pezzo, scegliendo e senza imposizioni, ma evidentemente avevo scelto tutto razionalmente, senza mai seguire il cuore. Senza mai ascoltare quella voce, che tutti abbiamo dentro e che mai ci abbandona, soprattutto nei momenti di difficoltà. Non avere paura del tuo istinto mi è stato detto recentemente. E questo sarà uno dei primi buoni propositi del 2020: seguire maggiormente il mio istinto, e non averne paura. Assecondarmi, affidarmi, viaggiare fluttuando, in questo mare chiamato vita.
Il secondo proposito è seguire il cuore, aprirlo a tutto e tutti, generosamente, e amare nel vero senso della parola. Dare disinteressatamente per augurare il bene dell’altro. E questo lo voglio fare soprattutto nel mio lavoro. Dare ai ragazzi, ai bambini, alle famiglie, ai colleghi tutto quello che posso dare, con sincerità e autenticità e umiltà, tutto quello che sono in questa vita chiamata a dare, perché ognuno possa vivere meglio. E ringrazio il mio lavoro perché me lo permette di fare. Voglio che sia anche un anno di passioni, mai viste come passatempo, ma come qualcosa di determinate per vivere meglio.
Un anno in cui dar vita ai miei talenti, assecondandoli, coltivandoli, migliorandoli e mettendoli al servizio del prossimo, non per vana gloria o per supponenza o per orgoglio, ma per compiere quella missione che tutti siamo chiamati a vivere e realizzare qui sulla terra. Non penso che il nostro unico scopo sia quello di stare qui e di lasciarci vivere, tra gioie e sofferenze, penso che tutti abbiamo un preciso compito. Forse mi sbaglio, ma sono un inguaribile romantica.
Auguro a tutti che possano sperimentare nella propria vita più leggerezza, più poesia e più amore. Che una vita senza questi tre ingredienti è solo una vita trascinata, piena, pesante. E invece si ha sempre più bisogno di spazi, di parole andate a capo, messe in rilievo, di ritmo, di suoni che si baciano, di accostamenti stridenti e inconsueti. Si ha sempre più bisogno di licenze da regole che ci siamo imposti per vivere meglio, ma che alle volte ci impediscono di vivere pienamente.
Buon 2020 a tutti. Pieno d’amore.