Compiti per le vacanze? Ecco come ottenere gli stessi risultati attraverso il gioco

Il dibattito sull’utilità dei compiti per le vacanze è sempre vivo e molto animato e vede schierarsi insegnanti e genitori in barricate focose pronte a farsi la guerra. Tutto questo non è necessario poiché non ci sarà mai un vincitore, si tratta semplicemente di due opposte visioni della vita e perciò due opposte concezioni di scuola.

La scuola come l’unico luogo di apprendimento

Chi vede la scuola come l’unico luogo in cui i nostri bambini devono andare per studiare e venire a contatto con le conoscenze, come luogo in cui apprendere attraverso faticoso esercizio e rinunce, chi vede la scuola come una preparazione al mondo del lavoro e a sottostare a regole e superiori. Questa categoria di persone non può che ritenere utili e indispensabili i compiti assegnati a casa per le vacanze.

La vita è scuola

Ma si può intendere la scuola come qualcosa di molto più grande e formativo. Un luogo non ben definito, circoscritto e chiuso, ma scuola è ogni luogo in cui si può apprendere. E maestri sono tutti coloro disposti a mettersi in comunicazione con l’altro in un reciproco scambio di dare e avere. Queste persone non riterranno i compiti per le vacanze indispensabili poiché in quelle vacanze, in quel tempo libero sanno che i loro bambini potranno crescere e apprendere facendo altro, uno sport, una passeggiata, una gita in famiglia o semplicemente oziando.

Quello che è certo è che i nostri bambini non apprenderanno in modo efficace attraverso l’imposizione e attraverso la spiegazione verbale. L’80% delle informazioni apprese a scuola vengono dimenticate e questa non è semplicemente statistica, possiamo sperimentarlo su noi stessi: quanto di ciò che abbiamo studiato in tredici anni, minimo, di scuola ci ricordiamo? È il fare che aiuta l’apprendimento, perciò all’adulto spetta il compito di creare le giuste condizioni nell’ambiente per cui il bambino possa apprendere, da solo e con piacere.

L’importanza del gioco

Per tutta l’infanzia il gioco è essenziale, perché attraverso il gioco il bambino esplora, conosce, sperimenta. Dare tempo al bambino perché semplicemente giochi è qualcosa di estremamente importante per il suo sviluppo. Privarlo di questo spazio per imporre compiti scritti da completare per ottenere un giudizio creerà solo danni e false percezioni. Non possiamo trasmettere l’idea al bambino che si fa solo per dovere, per ottenere un voto. Si fa per piacere. Allora aiuteremo la creazione di persone felici.

Esercizi di matematica, di calligrafia, di scrittura creativa, esercizi di lettura o di concentrazione, imparare una poesia a memoria o capire come si realizza un solido, inventare una storia o scrivere utilizzando una postura corretta: tutto può essere appreso, in modo più efficace e duraturo, attraverso il gioco.

Se vogliamo allenare la memoria ad esempio perché non proponiamo al bambino delle filastrocche da canticchiare assieme, accompagnandole magari a dei gesti, dei movimenti? Se vogliamo che si eserciti in matematica portiamolo con noi a fare la spesa e lasciamogli pagare il conto, oppure coinvolgiamolo in cucina nella preparazione di torte e altri piatti.

Lavoriamo con il problem solving e faremo della vita una scuola e dei nostri bambini, futuri adulti felici e liberi, nel pensiero e nelle scelte da intraprendere.

Rinunciare ai compiti delle vacanze e a una scuola autoritaria che da senza chiedere in cambio, ha però i suoi costi, non in termini di denaro, ma di tempo da spendere e da dedicare ai nostri figli. Almeno questo tempo non lo passeremo chiusi in casa alla scrivania a litigare, ma dove sceglieremo noi! Così potremo dire di educare e non solo di insegnare.

 

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